F.A.Q.

Ecowatt non è un inceneritore ma un co-inceneritore. Un co-inceneritore trasforma (valorizza energeticamente) le biomasse in energia mediante un processo di combustione. Ecowatt è produttore di energia da fonti rinnovabili in quanto produce energia elettrica con uso di biomasse solide combustibili da non rifiuti e da rifiuti non pericolosi classificati come fonti rinnovabili.

Un inceneritore utilizza la combustione unicamente come forma di smaltimento dei combustibili, tipicamente rifiuti. Le due tipologie di impianti sono separate da più di vent'anni di evoluzione tecnologica, che ha conferito ben altra sicurezza ambientale e sanitaria agli impianti. Le moderne caratteristiche costruttive degli impianti consentono di rispettare le normative sempre più restrittive adottate, in territorio regionale, nazionale e comunitario, a difesa dell'ambiente e della salute.

E’ quel processo in cui, attraverso la combustione, si recupera l'energia contenuta nei combustibili per produrre energia elettrica e termica. Gli aspetti ambientali positivi della termovalorizzazione sono:

  • la generazione di calore recuperato per la produzione di energia elettrica ed energia termica con risparmio di fonti convenzionali di energia quali i combustibili fossili che sono fonti non rinnovabili e responsabili delle emissioni dei gas serra.
  • la complementarietà alla raccolta differenziata; con la termovalorizzazione si estrae infatti utilità e valore (energia in questo caso) anche dai rifiuti che non è possibile recuperare in altro modo.
  • la riduzione del ricorso alle discariche.

No! Ecowatt non tratta rifiuti tossici e pericolosi. L’impianto produce energia elettrica con uso di biomasse solide combustibili da non rifiuti e da rifiuti esclusivamente non pericolosi classificati come fonti rinnovabili.

Sì! Ecowatt rientra nell’elenco delle ‘attività insalubri’ secondo Regio Decreto 773 del 18.06.1931. Un’attività definita “insalubre” non è necessariamente pericolosa per la pubblica salute: è semplicemente sottoposta ad iter autorizzativi appositi. A titolo esemplificativo e per meglio comprendere la vastità del campo di applicazione, tra le attività definite insalubri all’interno del Regio Decreto 773, ve ne sono alcune sicuramente già presenti sul territorio:

  • produzione di formaggi;
  • produzione di fibre tessili;
  • produzione di mangime;
  • produzione di vetro;
  • allevamento di animali;
  • carrozzerie;
  • salumifici;
  • lavorazione legno e compensati;
  • produzione di laterizi;
  • lavanderie a secco;
  • lavorazione del riso;
  • deposito di frutta e verdura;
  • produzione di conserve alimentari;
  • officine di lavorazione dei metalli;
  • stazioni di servizio carburanti;
  • demolizione autoveicoli;
  • trattamenti galvanici;
  • macelli;
  • scuderie, maneggi.

La termovalorizzazione non è contrapposta o alternativa alla pratica della raccolta differenziata finalizzata al riciclo.

Si tratta, al contrario, di due processi che si integrano ad ottimizzare ad esempio la gestione dei rifiuti urbani per risolvere così le situazioni di "emergenza" ed il ricorso incontrollato alla discarica come sistema di smaltimento dei rifiuti non utilmente riciclabili ( Decreto Ronchi). La strategia adottata dall'Unione Europea (direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio) e recepita in Italia con il Decreto Legislativo n° 22/97 affronta la questione dei rifiuti delineando priorità di azioni all'interno di una logica di gestione integrata del problema.

Pertanto il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la loro pericolosità; il secondo riguarda l'esigenza di riutilizzare i prodotti , il terzo di riciclare i materiali. Da ultimo, solo per quanto riguarda il materiale che non è stato possibile riutilizzare e riciclare, si ha da preferire la termovalorizzazione (recupero energetico) al posto dello smaltimento in discarica.

No, le emissioni sonore derivanti dall’impianto rispettano i limiti previsti dalla normativa vigente e dal Piano di Zonizzazione del Comune di Castiraga Vidardo.

In accordo alla L. 447/95 e al D.P.C.M 14.11.97, Ecowatt, a seguito della messa in esercizio dell’impianto dopo il rifacimento del 2010÷2012, ha effettuato le valutazioni strumentali di impatto acustico, richieste dagli Enti di controllo e previste dall’autorizzazione, che hanno evidenziato il rispetto dei limiti sia in periodo diurno che notturno.

Una ulteriore valutazione di impatto acustico è stata recentemente ripetuta nel contesto del procedimento in esito del quale la Provincia di Lodi ha rilasciato il nulla osta alla sostituzione delle torri evaporative. Anche in questo caso l’indagine fonometrica è stata svolta da un Tecnico competente in Acustica Ambientale regolarmente iscritto all’Albo e secondo le modalità previste dalla normativa vigente. Nei punti di misura, individuati nei recettori sensibili posti nell’intorno territoriale dell’impianto, sono stati effettuati rilievi strumentali in condizione di impianto fermo e in esercizio a seguito dell’installazione delle nuove torri evaporative.

I risultati dell’indagine hanno evidenziato il rispetto dei limiti normativi imposti sia in periodo diurno che notturno.

Si tratta di vapore acqueo generato dalle torri di raffreddamento.

Le torri di raffreddamento sono degli scambiatori di calore gas – liquido, dove la fase gassosa è rappresentata dall’aria e la fase liquida dall’acqua che raffredda il vapore espanso in turbina.

In esse si ha l'umidificazione dell'aria che sale verso l’alto ed il raffreddamento dell’acqua.

In talune condizioni meteorologiche il brinamento o la condensa del vapore acqueo dà luogo a formazioni di brina , galaverna o rugiada tipicamente su terreni, erba, alberi, tetti, oggetti.

In accordo alla Delibera di Giunta Regionale del 15.02.12 nr. IX/3018, Ecowatt ha effettuato le richieste valutazioni di ricaduta al suolo delle emissioni odorigene.

Lo studio è stato condotto tramite prelievo strumentale, monitoraggi olfattometrici ed applicazione del modello di dispersione atmosferica previsto dalla normativa; i dati meteorologici sono stati forniti da Arpa Lombardia, i dati orografici dal sistema GIS e dalla banca dati regionale, i profili dei flussi aerei, che determinano il regime dei venti prevalenti dell’area da ovest verso est, dall’Aeronautica Militare. La simulazione di dispersione è stata condotta interessando un’area di estensione 6 x 6 km centrata sul luogo dell'impianto. Le concentrazioni di odore, in corrispondenza dei recettori sensibili definiti con Arpa (abitazioni o gruppi di abitazioni prossime all’impianto sia in territorio comunale di Castiraga Vidardo che in territorio dei comuni limitrofi ), sono risultate ampiamente inferiori alle indicazioni di sensibilità richiamate dalla citata Delibera Regionale del 15.02.12 nr IX/3018.

Ciò non esclude che nella zona possano essere percepite emissioni odorigene per altre motivazioni, quali la presenza di allevamenti di animali, di impieghi di reflui zootecnici, di altre attività o per atti all'interno della dismessa area della ex Cartiera Vidardo a cura di ignoti. Nel corso del 2013 i tecnici di Arpa Lombardia, attivati da segnalazioni di cittadini, hanno effettuato controlli sull’impianto e nelle aree delle abitazioni vicine, senza riscontrare irregolarità o criticità a carico di Ecowatt.

Nel corso del 2015 i diversi sopralluoghi condotti da Provincia ed Arpa nell'ambito dell'istruttoria del procedimento AIA, culminato nel rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale di durata anni dodici, non hanno riscontrato irregolarità o criticità a carico di Ecowatt.

Nel corso del 2017-2018 Ecowatt ha effettuato nuovamente le richieste valutazioni in corso di procedimento di verifica di V.I.A., in esito al quale gli Enti competenti hanno confermato l'idoneità delle valutazioni condotte ai sensi della normativa nazionale e delle D.G.R. 8/11317/10, 4792/16, IX/3018/12.

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